Amico Libro, passeggiata turistica virtuale nelle piazza torinesi con obelischi celebrativi

L’associazione di volontariato culturale “Amico Libro” propone una nuova “pagina di lettura”, invitando a una passeggiata turistica virtuale. Un itinerario curioso alla scoperta delle piazze con obelischi celebrativi che scandiscono la storia torinese: Savoia, Crimea, Statuto.

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Si mette in rilievo che nel periodo in cui son stati costruiti gli obelischi è stato creato anche il “Museo Egizio” (1824) ed il tutto prima della nascita del “Regno d’Italia”.

Come è ben noto, il legame di Torino con l’Egitto antico ha radici che affondano nella mitologia metropolitana e sono da sempre un richiamo irresistibile per gli appassionati delle leggende e soprattutto del legame della città subalpina con la terra dei faraoni.

In realtà abbiamo alcuni esempi per così dire di riflesso, con quella cultura lontana: si tratta degli obelischi. Chiariamo subito che parliamo di opere di origine locale, quindi non arrivati dalle città del Nilo attraverso impegnative opere di sradicamento e trasferimento via mare, come accadde nella Roma imperiale, che ne fece oggetto di ornamento dei monumenti cittadini.

Gli obelischi torinesi, realizzati sulla base del significato simbolico dei loro più antichi antenati, sono stati costruiti con gli stessi intenti celebrativi, anche se con un indirizzo di matrice laica. Ricordiamo che questo monumento monolitico è tipico dell’antico Egitto, dalla caratteristica forma quadrangolare allungata e sottile, terminante con una punta piramidale; sulle quattro facce si trovano iscrizioni riferite ai sovrani e alle divinità.

Diamo un’occhiata ai nostrani.

Obelisco in Piazza SAVOIA

Il primo, realizzato da Luigi Quarenghi, si trova in piazza Savoia e fu eretto il 7 maggio 1853 per celebrare l’abolizione dei tribunali ecclesiastici decretata con la Legge Siccardi del 1850.

Le Leggi Siccardi avevano lo scopo di “abolire i privilegi del clero cattolico: il foro ecclesiastico, un tribunale separato che sottraeva alla giustizia laica gli appartenenti alla Chiesa; il diritto di asilo, ovvero l’impunità giuridica di quelli che si rifugiavano nelle chiese; la manomorta, cioè l’inalienabilità dei possedimenti ecclesiastici. Le nuove leggi stabilivano il concetto della “legge uguale per tutti”.

Alla base del monumento, lato sud, spicca il motto “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI”, al lato nord compare la scritta “ABOLITO DA LEGGE 1850 IL FORO ECCLESIATICO .- POPOLO E MUNICIPII QUESTO MONUMENTO POSERO”.

Sull’opera sono incisi i nomi dei numerosi di comuni che contribuirono all’erezione dell’obelisco.

Nella base furono murati alcuni oggetti dotati di un importante valore simbolico: una copia della Legge Siccardi, due numeri della “Gazzetta del Popolo”, alcune monete, un sacchetto di riso, una bottiglia di Barbera e una casetta di grissini.

Obelisco in Piazza CRIMEA

L’altro obelisco, opera dello scultore Luigi Belli, eretto nel 1892 si trova alle pendici della collina, quando corso Fiume entra in piazza Crimea Il monumento celebra appunto la spedizione del corpo militare che, tra il 1855 e il 1856, sotto il comando del generale Alfonso Lamarmora, prese parte alla guerra di Crimea contro l’impero russo a fianco di Francia, Inghilterra e Turchia. Un’impresa bellica che costò la vita a circa duemilatrecento soldati (in verità più per colera che in battaglia).

Obelisco in Piazza STATUTO

Spostiamoci adesso in piazza Statuto, dove troviamo l’“Obelisco Beccaria”, che fu collocato in quel luogo il 7 dicembre 1808, due mesi dopo dell’erezione di un monumento simile posto a Rivoli; il suo ruolo era quello di indicare il Gradus Taurinensis rilevato dal fisico Giovanni Battista Beccaria, vale a dire l’arco mediano passante tra i due obelischi.

Un’iscrizione posta alla base dell’obelisco ricorda l’avvenimento e la funzione del monolite: “La distanza fra i 2 obelischi e’ di metri 11793,60, altezza all’estremità torinese sul livello del mare allo zero dell’idrometro della darsena di Genova metri 245,65”.

Sul suo vertice si trova un astrolabio, che dona un certo non so che di astronomico, ma strizzando l’occhio all’astrologia.

Secondo la vulgata, l’obelisco di piazza Statuto era stato soprannominato “il paracarro”: epiteto che gli era stato affibbiato dai vetturini che con le loro carrozze, erano costretti ad aggirare quell’obelisco, da loro considerato del tutto inutile e addirittura pericoloso.

Per certi aspetti, un antesignano delle moderne rotonde…

Sull’obelisco di Rivoli, nella parte rivolta a Torino si legge la stessa iscrizione dell’obelisco di Piazza Statuto.

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