Amici del Cuore Piemonte, vietato restare fermi

Il volontariato ospedaliero è stato quello maggiormente colpito dall’irruzione del coronavirus nella nostra vita quotidiana. Ogni attività e iniziativa è stata necessariamente sospesa. Così è successo anche all’associazione Amici del Cuore Piemonte, costretta in poco tempo ad abbandonare le strutture presso cui operava e a rinunciare anche alle sue abituali giornate della prevenzione.

Carla Giacone, segretaria di Amici del Cuore Piemonte, racconta così come sono stati questi mesi: “Già a fine febbraio, quando ancora non era scoppiata l’emergenza, in assenza di decreti e indicazioni ministeriali, avevamo già inteso la criticità della situazione e infatti siamo rimasti da subito a casa su indicazioni degli stessi dirigenti ospedalieri”. Continua Giacone: “Forse anche perché un po’ sorpresi dall’evento straordinario nel primo mese di fatto non siamo riusciti a renderci utili come avremmo voluto. Approfittando poi delle festività pasquali ci siamo mossi per destinare al Maria Pia Hospital, diventato in quei giorni presidio Covid, quanto ci eravamo procurati per il mercatino che annualmente organizziamo per la raccolta fondi. E così abbiamo regalato cioccolato, dolciumi e noci sia al personale medico in servizio presso la struttura sia a quei pazienti che nel frattempo si stavano ristabilendo dopo aver contratto il Covid”. 

Ancora la segretaria di Amici del Cuore: “Da lì in poi di fatto poi non ci siamo più fermati e ci siamo anche adattati alle esigenze che mano a mano riscontravamo. Sei di noi, ad esempio, si sono messe a disposizione per cercare di risolvere il problema della mancata consegna di sopra calzari ad uso del personale medico. Ognuna di loro, una volta recuperato il materiale, è riuscita a cucire almeno 300 di questi sopra calzari. È stato un nostro piccolo contributo alla causa e a queste persone che erano in prima linea”.

Altro contributo prezioso è stato quello di mettere a disposizione i propri mezzi all’ASL impegnata nel realizzare tamponi e analisi del sangue sul territorio così da poter avere un quadro più dettagliato sull’evoluzione del contagio. Spiega Giacone: “Uno dei due mezzi che abbiamo e che è frutto di donazioni, un camper allestito a uso ambulatorio, in questo momento viene utilizzato dall’ASL perché possa svolgere i propri controlli sul territorio, nelle carceri come nei tribunali, nelle stazioni di polizia o in quelle dei vigili. E così ogni mattina il nostro vice presidente Enrico Zanchi va con il personale medico, offrendo per altro il proprio aiuto a seconda delle necessità”.

Una delle azioni messa in campo dall’Associazione è stata poi quella di tenere vivi i contatti tra i volontari. Così Giacone: “Abbiamo subito creato una chat per cercare di facilitare la presentazione di proposte e progetti, ancor più che non conosciamo ancora cosa si potrà fare a settembre. Si potrà tornare di nuovo negli ospedali? Ecco questo è un modo per iniziare a progettare tutti insieme la fase successiva. C’è bisogno del contributo attivo di tutti. In più questa modalità telematica permette a tutti noi di coordinarci anche per la distribuzione della nostra rivista, una pubblicazione che nel suo ultimo numero raccoglie le esperienze vissute dal personale medico. Qualcosa da non perdere assolutamente”.

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