Bartolomeo & Co, l’associazione che aiuta chi è senza casa

“Io resto a casa” è la parola d’ordine che si sente ripetere in continuazione in questi giorni contraddistinti dal diffondersi del coronavirus. È la cura al virus in attesa che davvero una cura venga trovata. Non tutti però una casa ce l’hanno e a queste persone più svantaggiate pensano associazioni di volontariato come la Bartolomeo & Co. il cui slogan non a caso è “la casa di chi è senza casa”.

Marco Gremo, il presidente di Bartolomeo & Co, fotografa così queste prime settimane di emergenza: “È da 20 giorni che ci misuriamo con le difficoltà che ci impone questo virus. Per evidenti ragioni sanitarie purtroppo abbiamo dovuto ridurre l’affluenza al dormitorio e prendere alcune precauzioni. Purtroppo anche qualche volontario anziano ha dovuto fare un passo indietro”. Gremo continua: “In questo momento a regime abbiamo 12 alloggi: due sono occupati da famiglie, gli altri dieci da altre persone che convivono con la nostra supervisione nella speranza di poter offrire loro il recupero di una vita normale. Il dormitorio di via Saluzzo, invece, ha conosciuto inizialmente una riduzione dell’affluenza per motivi sanitari, poi è stato  chiuso per permettere la sanificazione e per l’aggravarsi della situazione. Ora siamo in attesa di disposizioni per poter nuovamente aprire, intanto però siamo in prima linea per aiutare le persone a trovare una sistemazione in altre strutture della città”.

Le disposizioni di legge non hanno comunque ridotto i giri del motore dell’associazione. Anzi. Come per tante associazioni si è semplicemente rimodulato lo sforzo. Sempre Gremo racconta: “Sì, il dormitorio ha chiuso e conseguentemente non abbiamo più potuto offrire la cena, ma abbiamo spostato le nostre risorse affinché si potesse offrire ai nostri assistiti una maggiore quantità di cibo. Da qui la decisione di preparare e distribuire nel pomeriggio nella nostra sede di via Camerana panini farciti. Prima dell’emergenza riuscivamo a dare cibo a 70 persone, ora abbiamo praticamente raddoppiato i coperti. In questo modo diamo il nostro contributo in un momento in cui ci sono diverse mense cittadine che sono state costrette alla chiusura”.

Gremo racconta anche il modo in cui queste persone indigenti hanno accolto le tante modifiche imposte con lo scoppio dell’emergenza coronavirus: “La maggior parte di loro ha capito benissimo la situazione e si sono mostrate comprensive. Hanno accettato non solo di essere inseriti in altre strutture, ma anche i nostri consigli per poter vivere meglio questi giorni. Ho riscontrato davvero molta collaborazione e non era affatto scontato”.

L’emergenza coronavirus ha permesso anche di mettere alla prova il sistema di accoglienza di Torino. Gremo ne esce con sensazioni positive: “In giro non ci sono più persone che dormono all’addiaccio e questo vuol dire che praticamente tutte quelle che solitamente dormono fuori possono avere un posto caldo per la notte. In tempi normali questo non succede anche perché sono loro stesse a non voler usufruire di questo servizio per i motivi più vari: psicologici o per recuperare qualche soldino in più”.

Come si può aiutare Bartolomeo & Co.? Gremo spiega la situazione contingente: “Noi andiamo avanti grazie alle donazioni dei privati che approfitto per ringraziare sentitamente. Senza di loro nulla di quello che facciamo sarebbe possibile. Noi infatti non usufruiamo di alcun soldo pubblico. In questo momento come tutti abbiamo bisogno di mascherine professionali visto che i nostri volontari che operano per strada sono tra i più esposti. Servono ovviamente anche quei prodotti utili per l’igienizzazione e la sanificazione. Sono introvabili anche per noi, ma sono essenziali per la nostra attività. Poi anche il cibo è sempre ben accetto: pane, salumi, acqua, tutto quello che ci permette di dare qualcosa alle persone che hanno meno”.

Gremo vuole poi ricordare Lia Varesio la fondatrice dell’associazione, scomparsa nel 2008: “Sentiamo tanto la sua mancanza in questi giorni. Lei sarebbe stata certamente in prima linea a dare il suo aiuto. Non siamo riusciti a ricordarla con la messa di suffragio prevista a marzo, ma cerchiamo di onorarne la memoria ogni giorno con il servizio che offriamo alle persone che stanno vivendo una situazione di disagio come quella di non avere un posto caldo dove dormire”.

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