Centro di Aiuto alla Vita, la lenta ripresa dell’attività

Non è stato per nulla semplice per il Centro di Aiuto alla Vita mantenere la propria attività sul territorio. La pericolosità del coronavirus soprattutto per le persone anziane inizialmente ha infatti messo fuorigioco molti volontari e conseguentemente fermato l’attività. Dopo un primo momento di difficoltà, l’Associazione però si è organizzata e anche con il prezioso aiuto dell’Associazione SEA e dei volontari che hanno presentato le loro candidature in questi giorni agli uffici del Centro Servizi per il Volontariato è riuscita a rimettersi in moto. 

Donatella Timossi, la presidentessa, prova a fotografare così queste giornate: «Da sempre il contatto con le mamme e i bambini è stato il punto di forza della nostra associazione. Purtroppo proprio quel contatto è diventato adesso un problema di difficile soluzione, perché ha frenato molte nostre iniziative, ancor più che l’Associazione fa leva normalmente su volontari che hanno una certa età. Generalmente la nostra media età è intorno a 75 anni e come ben sappiamo è la categoria messa più a rischio dalla diffusione di questo virus». Continua Timossi: “Chiaramente nella prima fase siamo stati costretti a chiudere completamente. Con il passare dei giorni le mamme che stavamo seguendo prima dell’inizio dell’emergenza hanno però cominciato ad avere bisogno di noi, un aiuto non rinviabile, cosa che ci ha indotto immediatamente all’azione. Qualunque fosse. E così abbiamo coinvolto il più possibile i volontari più “giovani”, ma anche tutte quelle persone esterne alla nostra associazione che avevano possibilità di muoversi. E così, sempre rispettando tutte le procedure del caso, siamo riusciti a far pervenire, in primis ai casi più urgenti, pacchi con cibo fornitoci dal Banco Alimentare e poi anche vestiti e corredini”. Sempre la presidentessa Timossi: “È stato sicuramente fondamentale l’aiuto di Sea e di quei volontari che si sono messi a disposizione del Centro Servizi, un aiuto che spero possa continuare anche a emergenza perché ci permetterà sicuramente di portare avanti la nostra attività”. 

Ancora la presidentessa Timossi: “In condizioni normali, in un anno, riusciamo a seguire almeno un centinaio di mamme; a loro e alle loro famiglie cerchiamo di dare, se ne abbiamo disponibilità, abiti per i nascituri, ma anche per i fratelli più grandi; a volte capita di poter avere a disposizione per la donazione anche passeggini e lettini di seconda mano ma in ottime condizioni. Tra l’altro disponiamo di una buona scorta di latte anche in polvere, perché è una delle voci su cui in passato abbiamo maggiormente investito». Continua Timossi: “Con il perdurare di questa emergenza non so se riusciremo a fare gli stessi numeri degli anni passati; sicuramente contatteremo quelle donne che avevano preso già appuntamento prima dell’emergenza. In questi giorni stiamo provando a smaltire tutto il lavoro arretrato, ma non è semplice. Siamo passati da aprire la nostra sede in via Sesia in Barriera di Milano cinque volte alla settimana a un solo giorno. In quell’occasione cerchiamo di fare più pacchi possibili».

Di cosa avrebbe bisogno il Centro di Aiuto alla Vita; Timossi non ha dubbi: “Certo sarebbe fondamentale l’aiuto di un maggior numero di volontari giovani. Servirebbero un po’ di cinquantenni. Il ricambio generazionale è qualcosa di cui abbiamo bisogno a prescindere dalla gravità della situazione grave che stiamo vivendo in questi giorni. Abbiamo bisogno di nuove persone che siano sensibili al tema e soprattutto che vogliano in qualche modo combattere insieme a noi la cultura dell’egoismo”.

 

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