Michele Abbruscato, il presidente dell’associazione linea-menti: “L’emergenza psicologica continua”

Nonostante il Covid non sia più un’emergenza, l’associazione linea-menti – da sempre impegnata nell’accrescimento del benessere psicofisico e della sensibilizzazione culturale nei confronti della psicologia – manterrà aperta anche nei prossimi mesi estivi, e sempre 24 ore al giorno, la propria linea telefonica (011/19620222) dedicata alle persone che stanno vivendo un momento psicologico difficile.

Michele Abbruscato, il presidente dell’associazione linea-menti, racconta perché non bisogna abbassare la guardia nonostante si stia andando gradualmente verso una normalizzazione: “L’emergenza Covid, quella che ha portato la nostra associazione a ricevere anche 10 telefonate al giorno, si può dire archiviata, ma le diverse telefonate che ancora riceviamo durante la settimana certificano che le problematiche si sono soltanto trasformate. Così se nel 2020 siamo stati schiacciati dall’ansia, nel 2021 sono depressione e stress post traumatico a farla da padrone e a condizionare pesantemente la vita delle persone. Ecco perché dobbiamo farci trovare pronti, soprattutto in un periodo dell’anno come quello estivo”.

“Nonostante il Covid non faccia paura come un anno fa, il nostro servizio – continua Abbruscaro – non è cambiato di una virgola e con esso non è cambiata neppure la nostra ostinazione nel non volere lasciare sguarniti i più deboli. Sentiamo infatti la necessità di stare vicino a quella fascia di popolazione che sta vivendo un momento di difficoltà: c’è chi ha perso il lavoro, chi è reduce da settimane di terapie intensive o chi magari ha dovuto affrontare lutti di persone care proprio nel momento più acuto della pandemia e del distanziamento sociale”.

Il presidente di linea-menti chiude facendo un appello perché venga dedicata massima attenzione all’aspetto psicologico: “È evidente che ci sono persone che escono dall’emergenza Covid con grossi problemi economici, tanto da non riuscire magari a mettere un piatto sulla propria tavola, ed è giusto che di questo ci si occupi il prima possibile, ma è altrettanto fondamentale che ci sia qualcuno in questa fase che faccia capire loro anche che non devono sentirsi dei falliti. Dobbiamo evitare che queste persone corrano il rischio di diventare dei pazienti psichiatrici cronici”.

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