Telefono Rosa Piemonte di Torino e la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne

In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, il Telefono Rosa Piemonte di Torino esorta a fermare l’attenzione sulle realtà singole e collettive attraverso le quali la violenza maschile si manifesta. Ogni ferita sul corpo delle donne è una questione globale: ed è una intollerabile lesione di corpi, diritti e libertà. Questo è il senso della nostra locandina per il 25 novembre. 

In ogni conflitto, come accertato da Tribunali internazionali o rilevato da organizzazioni umanitarie presenti in loco, lo “stupro di guerra” è ampiamente presente. Non si tratta, ovviamente, di conquistare un territorio, ma di prendere possesso dei corpi delle donne. Generando danni fisici, psicologici, morali e sessuali in grado di rendere vulnerabili non solo le donne, ma intere popolazioni: con effetti nell’immediato e poi per decenni, considerando la trasmissione intergenerazionale della violenza, ormai ampiamente accertata dalla scienza. 

Il trattamento che i diversi regimi totalitari riservano alle donne poi, ha sostanzialmente lo stesso scopo: annullare i diritti, togliere la libertà e non di rado anche la vita. Come monito per le altre donne e per tutta la popolazione.

Non sono eventi lontani da noi: né geograficamente né, soprattutto, nella dinamica.

Sono violenze, però, anche le posizioni di coloro i quali, pur nell’ambito di norme e leggi, fuori da contesti bellici o antidemocratici, intendono annullare o limitare i diritti delle donne. Su questo, tutto il mondo deve stare in guardia.

A ben vedere, la violenza contro i corpi femminili, anche attuata individualmente, ha la stessa funzione. 

Uomini che uccidono le donne (in media una ogni tre giorni) in quanto donne: partner, madri, mogli o ex, dentro o fuori casa. In casa, l’aggressione al corpo femminile punta a sancire una gerarchia espressiva di un predominio del potere maschile: e se non si arriva al femminicidio, le violenze sono spesso quotidiane e protratte negli anni. Fuori casa, avvelena il territorio rendendolo luogo pericoloso, insicuro, dal quale prendere le distanze: e il singolo episodio diventa una minaccia per tutto il genere femminile, al quale vengono attribuiti, indirettamente, connotati di fragilità, precarietà, e privazioni anche dei diritti di libera cittadinanza e di vera e propria esistenza.

Il corpo delle donne non può essere mai terreno di conquista: di un singolo, di un gruppo, di un regime. Su questo principio irrinunciabile occorrono vigilanza e denunce, giorno dopo giorno, sia che i fatti accadano vicino a noi oppure lontano. Nessuna è esclusa.

Come diceva Virginia Woolf, “il mondo pubblico e il mondo privato sono inseparabilmente collegati”: mai come nella violenza maschile contro le donne ciò è stato, è, e sarà sempre vero. Purtroppo!

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