Attivo servizio di consulenza gratuita work-life balance per giovani 23-34 a Torino

Progettato dalla Fondazione Human+ con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito dell’Obiettivo Persone – Missione Favorire il lavoro dignitoso (www.compagniadisanpaolo.it), lo Sportello Vivo e lavoro si rivolge a laureati/e della Città Metropolitana di Torino, indicativamente nella fascia di età̀ 23- 34 anni, offrendo loro una consulenza gratuita in una fase delicata della loro crescita, quando si trovano in difficoltà nel bilanciamento fra sfera privata e impegno lavorativo, oggi definito Work-Life Balance.

Dove

La sede in cui si svolge la consulenza agli utenti è negli spazi di Vol.To ETS, in via Giolitti 21 a Torino. E’ possibile attivare anche sessioni in modalità ibrida (in presenza e in remoto).

Quando

Lo Sportello Vivo e lavoro è un progetto pilota e potrà̀ accogliere 20 persone da gennaio a giugno 2024.

Perché questo servizio

Il servizio nasce per supportare le giovani e i giovani già inseriti nel mondo del lavoro che si trovano in una fase di cambiamento o di transizione vera e propria (ad es. sono di fronte a prospettive professionali difficili da conciliare con altri aspetti della vita personale o stanno valutando cambiamenti che incideranno sul loro futuro e si interrogano sulle possibili scelte o ancora hanno il desiderio di sviluppare le proprie competenze e aspirazioni senza rinunce o conflitti). E’ uno spazio nel quale la persona scopre e approfondisce il significato del lavoro per la propria vita, in relazione alle esigenze attuali e, in prospettiva, a quelle future. La consulenza aiuta a costruire un progetto professionale rispettoso dei tempi, dei valori e delle priorità̀ che la/il giovane desidera esprimere nei diversi domini della sua vita.
L’obiettivo dello Sportello Vivo e lavoro è di far conoscere e potenziare strategie d’azione efficaci di fronte alla complessità̀ del “vivere lavorando” e del “lavorare vivendo”, consapevoli che avere un lavoro non è un fatto scontato. Questo sia per attivare competenze ed energie progettuali, sia per liberarsi da eventuali condizionamenti che, nel presente, ostacolano o sembrano ostacolare gli obiettivi personali. In altre parole, lo sportello allena la persona a ragionare su di sé con lungimiranza (approccio che in letteratura è definito foresight) e a riflettere sulle proprie aspirazioni, interessi e competenze in tema di lavoro. Stimola inoltre la conoscenza del mercato del lavoro e delle professioni, per progettare spazi di crescita e immaginare con slancio e realismo il proprio futuro.

Come partecipare

Lo sportello offre gratuitamente il percorso a 20 laureate/i. È possibile candidarsi sul sito www.vivoelavoro.it, compilando un breve form e allegando il proprio cv.
Verrà effettuato uno screening delle candidature e coloro che risulteranno in linea con i prerequisiti di accesso allo sportello, verranno ricontattate/i online per un colloquio conoscitivo e di approfondimento sulla problematica di conciliazione vita/lavoro che stanno affrontando. Se idonee, le persone avranno accesso a 10 ore di consulenza individuale.

Il percorso

Il percorso consiste in un ciclo di 4 colloqui in 3 mesi ed è articolato a “tappe”, con momenti di lavoro condotti da una nostra esperta e momenti autogestiti. Il team che opera in supporto alle/ai candidate/i è formato da professioniste di progettazione professionale e di carriera, con formazione psicologica. A distanza di circa sei mesi dalla conclusione del percorso sarà fissato un colloquio di follow-up.

Patrizia Ghiazza, Presidente della Fondazione Human+, dichiara: “Con lo Sportello Vivo e lavoro, la Fondazione si prefigge di supportare giovani laureate e laureati alle prese con problematiche di work-life balance. L’obiettivo è favorire scelte consapevoli e strategiche in una fase chiave della loro vita, spesso caratterizzata da cambiamenti concreti in ottica di carriera e riflessioni importanti sui valori, affetti e stili di vita. Scegliere in modo consapevole ha un impatto molto importante sulla loro realtà presente, ma soprattutto sul futuro. Speciale attenzione merita la questione di genere, focus primario della nostra Fondazione. Spesso la necessità di bilanciare la sfera privata con quella professionale non aiuta l’emancipazione. Stiamo perdendo talenti, ci sono giovani donne che fanno scelte gregarie o non scelte con riflessi significativi sulla carriera nel medio termine. Quando il potenziale di competenze e di sviluppo non si esprime pienamente assistiamo a gravi perdite non solo personali, ma anche per l’intera comunità.  Lavoriamo da tempo per la parità di genere nel mondo dello studio e del lavoro, l’approccio è pragmatico e concreto. Ci piace agire attraverso iniziative intense e innovative. Abbiamo iniziato con “StemDays, il camp delle ragazze” che, giunto quest’anno alla quarta edizione, ha l’obiettivo di avvicinare le studentesse della Città Metropolitana di Torino alle tecnologie che stanno cambiando il mondo. Proseguiamo ora con “Vivo e lavoro”, con cui desideriamo supportare giovani donne alle prese con le problematiche di integrazione vita-lavoro. Mettere a terra progetti è la modalità a noi più congeniale per testimoniare la nostra volontà di incidere sulla cultura della parità e sul valore della diversità, creando valore direttamente sul nostro territorio verso il quale abbiamo un forte legame.

Fondazione Human+ – Ente del Terzo Settore

La Fondazione Human+ è nata nel 2009 per iniziativa di un gruppo di professionisti/e, docenti universitari/e, imprenditori/trici che hanno deciso di dare vita a un’iniziativa non profit, indipendente e privata per sviluppare il capitale umano del nostro Paese utilizzando il meglio della ricerca scientifica e applicandola in interventi sul campo.

Nel primo decennio di attività la Fondazione si è occupata di diversi temi: sostegno all’imprenditoria, supporto agli innovatori, crescita professionale e lotta alla disoccupazione. Dal 2020 ha scelto di focalizzare il proprio impegno sulla condizione femminile nella società contemporanea, in particolare sulla parità di genere nel mondo del lavoro. L’approccio al tema, per scelta concreto, predilige interventi sul campo e formule esperienziali innovative, dove ragazze e donne acquisiscono e sviluppano le competenze necessarie per avere più influenza nelle professioni, nella politica, nella società civile. La Fondazione promuove inoltre ricerche sulla gender equality, in particolare nel contesto professionale.

Gran parte delle iniziative della Fondazione hanno per sfondo Torino città Metropolitana a testimonianza del senso di appartenenza e attenzione verso il territorio ed in linea con la vocazione all’innovazione e al lavoro tipica della città.

La proposta progettuale dello Sportello Vivo e lavoro si inserisce nella gamma dei servizi territoriali per il lavoro in grado di permettere alle persone una ri-definizione delle risorse sia personali sia del contesto, attraverso l’acquisizione di strumenti per ricercare soluzioni e prendere decisioni in funzione del raggiungimento di un soddisfacente equilibrio tra vita personale e lavorativa. In particolare, è un obiettivo del progetto “Vivo e Lavoro” nel corso degli anni, collocare questa pratica all’interno dei servizi territoriali a sostegno delle politiche di conciliazione in modo da potenziare la loro funzione informativa e consulenziale anche su questi aspetti.

Work – life balance e work – life integration

Cosa significa equilibrio e integrazione tra lavoro e vita?

L’espressione inglese work-life balance viene tradotta in italiano con “equilibrio tra lavoro e vita”. Si riferisce alla capacità di gestire (bilanciare o conciliare) le esigenze relative alla sfera professionale con quelle della sfera privata, ovvero con tutti gli aspetti della vita. Il raggiungimento di un equilibrio soddisfacente tra lavoro e vita privata è normalmente inteso come limitare un ambito (di solito il lavoro), per avere più̀ tempo per l’altro.

Oggi si preferisce parlare di integrazione vita e lavoro, o work-life integration. L’integrazione vita-lavoro è un approccio che crea sinergie tra tutte le aree che definiscono la “vita”: lavoro, casa/famiglia, comunità, benessere personale e salute. Di fatto, la tendenza a separare vita e lavoro, a essere vita da una parte e lavoro dall’altra, sebbene sia apparentemente più facile, genera a lungo andare malessere e conflitti di ruolo. Allora anziché tenerle separate, meglio accettare e riconoscere il fatto che la vita sia una e che, come tale, sia composta da diversi aspetti, ruoli e attività. Il work-life integration, quindi, è il modello che meglio rappresenta e soddisfa le esigenze in continuo cambiamento delle persone che vivono il mercato del lavoro e la società odierna.

Work-life integration, una priorità della generazione Z

Negli ultimi tempi, soprattutto post pandemia, l’approccio dell’integrazione tra vita professionale e vita privata, ha guadagnato popolarità. È indubbio che gli anni di pandemia abbiano portato molte persone a valorizzare aspetti della propria vita esterni al lavoro, aprendo così la strada all’idea di poter conciliare i diversi ruoli, e cogliendo, in tal senso, le opportunità di arricchimento reciproche offerte da ciascuno di essi. La ricerca di un migliore equilibrio o di un’integrazione tra vita privata e vita professionale contribuisce infatti al benessere delle persone, alla loro motivazione lavorativa e al desiderio di stare meglio.

In una recente indagine condotta da Boston Consulting Group (BCG), che ha coinvolto 90mila persone in 160 Paesi per capire quali sono i fattori più importanti nella ricerca del lavoro, emerge che per il 69% del campione globale e per il 70% di quello europeo l’equilibrio vita-lavoro è al primo posto nella classifica.

Secondo altre analisi contenute in Harward Business Review, il bilanciamento della vita professionale e personale è tra le principali priorità della Generazione Z. Per i giovani italiani nati tra il 1998 e il 2005, le dimensioni più̀ significative a livello professionale sono la sicurezza del posto di lavoro e le opportunità̀ di carriera. Nonostante una buona dose di realismo, al limite della disillusione, grande attenzione è data al work-life balance.

Anche le analisi di McKinsey confermano l’importanza riconosciuta dalla Generazione Z al work-life balance. I giovani apprezzano il lavoro flessibile in quanto permette loro di organizzare in modo efficace il proprio tempo, dando loro la possibilità̀ di gestire autonomamente i momenti dedicati al lavoro e quelli dedicati allo studio, allo svago o al benessere personale. Secondo le loro ricerche quasi il 40% dei nativi digitali considera l’equilibrio tra lavoro e vita privata una priorità̀ assoluta nella scelta dell’azienda in cui candidarsi. Almalaurea, infine, rileva che i tempi di conciliazione tra vita professionale e personale condizionano in particolare le scelte delle laureate.


SITOGRAFIA

Inps: conciliazione vita-lavoro
Work-life balance
Vivere e lavorare in Europa
Laureati e laureate: scelte, esperienze e realizzazioni professionali
La Direttiva Europea
Equilibrio vita-lavoro: genitori e prestatori si assistenza

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