Dal 15 al 17 settembre torna a Torino il Disability Film Festival

Dal 15 al 17 settembre tornerà a Torino il Disability Film Festival: una vera e propria festa che vuole abbattere le barriere culturali sulla disabilità attraverso l’uso dei linguaggi espressivi: il cinema (con la presentazione di 5 film dialogando con registi, registe, sceneggiatori e sceneggiatrici), gli incontri, i libri (condividendo punti di vista sulla disabilità in ottica intersezionale con attivisti, attiviste, scrittori e scrittrici), la musica, l’arte (liberando tutte le forme di creatività con concerti, una mostra e diversi laboratori per bambini e bambine) e l’accessibilità (la location scelta è completamente accessibile e priva di barriere architettoniche, mentre tutte le iniziative proposte saranno rese accessibili grazie ad audiodescrizione, sottotitolazione e servizio di interpretariato LIS).

 

Il Disability Film Festival è organizzato da Associazione Volonwrite ODV, impegnata dal 2009 nella comunicazione sociale offrendo pari opportunità a giovani disabili e non, e si svolgerà da Off Topic, l’hub culturale di Via Giorgio Pallavicino 25 a Torino: «La location – sottolinea il Direttore Organizzativo Marco Berton – è stata scelta in modo strategico perché, oltre a ospitare quotidianamente eventi culturali di ogni genere ed essere luogo di incontro per antonomasia, permette di sviluppare al meglio uno dei capisaldi del DFF: portare la tematica della disabilità al di fuori della propria comfort zone, rappresentata dai luoghi istituzionali tradizionalmente concepiti per ospitarla, facendola dialogare con i territori e con la cittadinanza secondo una logica di contaminazione reciproca in grado di portare a un’evoluzione a 360° della società. Cosa state aspettando? Unitevi a noi: cambiamo insieme le prospettive sulla disabilità con lo strumento più potente e inarrestabile che esista: la cultura». 

Il programma prevede la proiezione, ad accesso libero e gratuito, di cinque film selezionati dalla direzione artistica, oltre a quattro talk con esperti dei settori di riferimento, alla presentazione di un libro e a due concerti con la partecipazione di artisti torinesi e non; al termine di ogni proiezione, inoltre, sono previsti momenti di confronto con il pubblico grazie alla presenza in sala di registi, sceneggiatori e protagonisti. Per arricchire ulteriormente la rassegna sono in fase di ideazione alcune iniziative collaterali in collaborazione con le organizzazioni partner: tra queste, una cena al buio, una mostra di arte irregolare, laboratori per bambini e bambine. L’accessibilità sarà totalmente garantita attraverso audiodescrizione, sottotitolazione e interpretariato LIS, mentre la location è priva di barriere architettoniche. Come affermato dalla direttrice artistica Carmen Riccato, il DFF è “un percorso alla scoperta della disabilità attraverso diverse opere cinematografiche che privilegiano l’impatto che l’anomalia della condizione psicofisica dei protagonisti porta nell’ambito della quotidianità e della sfera emotiva. Tutte le opere riaffermano come la disabilità non sia qualcosa di separato dall’identità della persona ma che ne disegni i tratti imprescindibili”.

Quest’anno approfondiremo il tema della “cura” attraverso l’acronimo A.L.O.H.A. A ispirarci è stato il lungometraggio “Altruisti si diventa” (titolo italiano di “The fundamentals of caring”, letteralmente “Le fondamenta della cura”), inedito in sala e distribuito direttamente su Netflix appena quattro mesi dopo la sua presentazione al Sundance Festival. All’interno del film, infatti, il celeberrimo saluto del popolo hawaiano diventa proprio sinonimo di cura attraverso ogni singola lettera: Ask (chiedi), Listen (ascolta), Observe (osserva), Help (aiuta), Ask again (chiedi di nuovo). Queste parole non sintetizzano solamente le qualità e le competenze ritenute essenziali in ambito assistenziale, ma corrispondono a ciò che serve a una relazione per definirsi reciproca, non superficiale e corroborata dalla fiducia. La cura, secondo questo approccio, riguarda l’espletamento delle azioni primarie per il benessere e la salute psicofisica della persona, schiudendosi quale mezzo per comprendere ed aprire spazi di condivisione a partire dall’ascolto e dall’empatia verso chi solitamente è percepito quale soggetto passivo della relazione, mettendo in discussione ruoli stereotipati. Attraverso la nostra proposta culturale presenteremo diversi esempi di quante sfumature può avere l’arte della cura grazie a relazioni in grado di tessere trame di incontri e scontri tra umani e mondi altrimenti non condivisi.

A sostegno della seconda edizione del DFF è stata attivata, grazie alla selezione per il bando +Risorse di Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Eppela: grazie alla generosità di molti (87 persone) non solo è stato raggiunto il traguardo prefissato dei 2.500 €, per giunta anche con largo anticipo, ma è stato anche superato toccando quota 3.230 €.

 

Top

Questo sito utilizza cookies per monitorarne l'attività e migliorarne la consultazione. <br>Per avere ulteriori informazioni, consulta la nostra cookie policy

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi