Senza Confini, nuove modalità e campi di intervento

Non sono stati mesi facili quelli trascorsi dall’Associazione Senza Confini di Ivrea, da sempre impegnata in attività e progetti educativi e di istruzione tanto da avere da tempo uno stretto legame con le scuole di Ivrea e i servizi socio assistenziali della città. Proprio educazione e istruzione sono stati due dei settori maggiormente colpiti sin dall’inizio dalle misure di contenimento per evitare il contagio da coronavirus. Impossibile quindi portare avanti i percorsi di assistenza all’istruzione per gli adulti stranieri (con tanto di servizio di babysitter per permettere alle donne con bimbi piccoli di partecipare alle lezioni) e di doposcuola per i bambini delle elementari e delle medie. E così un centinaio di adulti, un’ottantina di bambini (elementari/medie) e le loro famiglie hanno dovuto rinunciare, da un giorno all’altro, a un prezioso aiuto. Cosa fare, quindi?

Antonella Rolla, presidente di Senza Confini, racconta così come l’associazione ha cercato di modificare, in maniera piuttosto naturale, modalità e campi di intervento: “All’inizio non abbiamo potuto fare altro che chiudere, ma quasi subito abbiamo allacciato contatti con le varie associazioni del territorio eporediese, dalla Croce Rossa alla Caritas, per cercare di dare una mano con le iniziative della raccolta alimentare. Alcune volontarie da remoto hanno poi segnalato ad associazioni ed enti quelle famiglie che potevano avere maggiore bisogno di aiuto, mentre tante altre hanno cercato di aiutare le persone a districarsi nella burocrazia per la richiesta di aiuti economici, dal sussidio di disoccupazione al reddito di emergenza. Con i patronati chiusi e con tutte le procedure necessariamente da svolgere online molte persone hanno avuto bisogno di un supporto e molti dei nostri volontari si sono resi disponibili. Non è stato uno snaturamento per noi, dal momento che da sempre la nostra priorità è l’accoglienza, cioè cercare il più possibile di creare relazioni per fare in modo che le persone si sentano meno sole e più integrate”.

Rolla continua: “Ci sono stati volontari che hanno anche attivato dei corsi online per aiutare i bambini nei compiti e gli adulti a continuare la lezione, ma le difficoltà sono state tante a cominciare dal fatto che la nostra utenza di riferimento normalmente coinvolge quelli che sono considerati normalmente gli ultimi degli ultimi. Persone che magari non dispongono nemmeno di device per la didattica a distanza e con cui diventa di fatto impossibile svolgere lezioni in streaming”.  

La Fase 2 potrebbe portare l’associazione Senza Confini a tornare presto “in campo” e organizzare dei doposcuola, ma la presidente Rolla nutre ancora delle perplessità: “Stiamo facendo di tutto per partire a breve con un doposcuola estivo per i bambini elementari, ma sono uscite da poco le linee guida della Regione e ci stiamo rendendo ogni giorno di più quanto la burocrazia possa metterti in estrema difficoltà. Comunque la nostra intenzione, se tutto va per il verso giusto, è garantire ai bambini (e alle loro famiglie) due mattine alla settimana; in quelle quattro ore abbiamo intenzione di aiutarli nella compilazione dei compiti e coinvolgerli in attività artistiche e ludiche”.

Uno dei progetti che è andato avanti, nonostante le tante difficoltà del periodo, è quello sul modo più efficace di cercare lavoro. Così Rolla: “La nostra volontaria ha fatto due lezioni nel tentativo di spiegare come compilare il proprio cv, come effettuare una ricerca sul tema su internet, qual è il modo migliore di presentarsi a un colloquio. È stato una sorta di esperimento anche per provare nuovi strumenti che potrebbero tornarci utili in futuro. Non è stato possibile fare molto di più perché l’impossibilità di poter disporre di strumenti tecnologici è un macigno sulla buona volontà dei nostri volontari. Il gap tecnologico è un problema. Anche per questo, grazie all’intervento della Caritas, siamo riusciti a consegnare alcuni tablet a persone svantaggiate perché avessero la possibilità di accedere ai servizi non solo della nostra associazione. È un piccolo passo”.

 

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